Il Collio e Dolegna: un po’ di storia


Prima dì essere stato confine fra il Regno d’Italia e l’Impero Austro-Ungarico (1866), il Jùdrio (non lo Jùdrio) fu il limite Regno Lombardo-Veneto e la Contea di Gorizia, aveva cioè avuto una funzione di frontiera fra due parti, sia pure distinte, di uno stesso Stato. Il confine stesso rappresentava poi una rettifica (1818) deI termine fra la Repubblica Veneta e l’Impero Asburgico. Solo durante il breve periodo Napoleonico (1811-1815) aI Jùdrio si sostituì l’lsonzo, quale confine però fra il Dipartimento di Passariano e le Provincie Liliriche. Il torrente Jùdrio ha segnato dal 1947 al 2007 il confine fra Italia e Slovenia nella parte superiore e le province di Udine e Gorizia in quella inferiore. Ma ciò che e fissato dall’uomo viene ignorato dalla natura, la quale ha profuso imparzialmente la sua bellezza dall’una e dall’altra parte di esso.

Mario Soldati, capitato da queste parti in uno dei suoi viaggi esplorativi alla ricerca dei vini genuini, trovandosi di fronte al valico confinario di Plessiva con le sue due semplici baracchette, ebbe a dire: «... si tratta dì una delle più belle, delle più poetiche frontiere che io abbia mai visto e che, penso, si possano vedere». Il territorio del comune di Dolegna del Collio è in gran parte coltivato a vigneti e caratterizzato da borghi e castelli sparsi, posti spesso sulle sommità dei colli, posizione che, in alcuni casi, ha favorito in passato insediamenti difensivi dalle vestigia tuttora esistenti.

Non si conosce con esattezza chi furono i primi abitanti di questa zona; i resti prossimi al castello di Trussio evidenzierebbero un insediamento forse dell’ antica civiltà dei castellieri, è poi probabile, vista l’importanza strategica della valle del Jùdrio, che si siano insediati successivamente Proto-Veneti, Celto-Karni, Romani e, almeno transitoriamente, le varie genti germaniche note come “barbari”. Stabile è stato invece l’insediamento di popoli di ceppo slavo, visto che la quasi totalità dei toponimi locali è di origine slava, databile al periodo fra il VII ed il IX secolo. Le successive vicende della zona vanno collegate agli eventi, spesso conflittuali, fra il Patriarcato di Aquileia e la Contea di Gorizia fino a quando (1420) al primo si sostituì la Repubblica di Venezia e la seconda (1500) passò all’amministrazione Austriaca.

La lingua oggi parlata popolarmente è il friulano, ma é conosciuto da vari “autoctoni” anche lo sloveno. Resta tuttavia evidente il fatto che in questa terra rimane l’impronta di tutti i ceppi indoeuropei, celtico, italico, germanico e slavo, riconoscibile nei costumi e nelle tradizioni, specie culinarie. La strada principale, che parte da Brazzano, si insinua tra la base del colle di San Giorgio ed il Jùdrio dando l’apparenza di un gioco a rimpiattino con il tranquillo corso d’acqua: ora lo avvicina ora se ne scosta copiando dolcemente le capricciose ondulazioni del terreno. Questa può a buon diritto chiamarsi “ Strada del vino”: : snodata continuamente tra una complicata scacchiera di vigneti, conduce in tutti i luoghi in cui ci si può accostare a questo dono del sole e della terra. Dolegna – che ovviamente aderisce sin dalla prima ora all’ Associazione nazionale Città del Vino - è immersa nei vigneti ed è una delle località del Collio meglio attrezzate per l’agriturismo, frequentata anche per le sue ottime trattorie e ristoranti.


Le frontiere del gusto Alla scoperta dell’arte culinaria a Dolegna e nel Collio


Nell’arte culinaria friulana si possono trovare diverse particolarità gastronomiche, derivate (o ereditate) dalla contaminazione culturale e storica indotta dalla vicinanza geografica con aree orientali, centro europee e nordiche. In virtù della particolare posizione della nostra regione vediamo sfilare, accanto a preparazioni e piatti tradizionali autoctoni (come il minestrone di fagioli, le trippe in brodo, il baccalà in umido, il salame all’aglio e la salsiccia o ancora il frico, la brovada, il musetto, le frittate con erbe selvatiche, gli gnocchi di patate) alcune pietanze i cui profumi e sapori richiamano l’eco di altre culture.

A Dolegna del Collio e dintorni, i piatti succitati ben si coniugano con l’eredità della cucina Mitteleuropea, a suggello dell’indimenticabile impronta che il dominio austro-ungarico ha lasciato, marchiando a vita queste terre. E dal tipico accordo tra dolce e salato, al quale difficilmente si può resistere, prendono spunto una serie di ricette che è possibile gustare in piatti eccezionali.

A Dolegna potrete assaporarli, spaziando tra un’incredibile varietà di offerte e soluzioni, che si arricchiscono soprattutto nei periodi primaverile- autunnale e invernale, in cui la maestria culinaria degli chef attinge dalle locali tradizioni popolari ed è esaltata nei vari manicaretti preparati nei diversi locali sparsi sul territorio. Sono all’incirca una ventina gli esercizi, tra agriturismi, trattorie, ristoranti, presenti nel Comune collinare, che offrono menù allettanti, consentendo all’ospite di deliziarsi con pietanze dal gusto impareggiabile capaci di evocare le tradizioni che da sempre condiscono la vita delle genti di quest’area di confine.

È possibile dunque assaporare ottimi primi piatti come la jota, minestra composta da brovada, fagioli, patate, cotenne e costolette di maiale, latte e farina di grano; i blecs, ovvero una speciale pasta all’uovo ottenuta mescolando farina bianca e farina di grano saraceno, condita solitamente con sugo di lepre, capriolo o cinghiale; e non mancano poi gli gnocchi di susine, uno speciale impasto a base di patate che viene farcito, al centro, con mezza susina secca snocciolata: lessati e conditi con burro fuso, cannella e pane grattugiato che sono una vera delizia! E si prosegue con i secondi: marcundelis, gulash, selvaggina in “pais” (ovvero una marinata composta da erbe aromatiche, ginepro, spezie, vino e aceto, nella quale la carne di cinghiale, lepre, pernice, quaglie, capriolo, fagiano, beccacce, anatra selvatica viene lasciata in infusione); e ancora prosciutto di Praga cotto in crosta di pane, frittate di erbe, e tanto altro.

Patate in tecia, paston, verze, brovada, radicchio con i ciccioli sono solo alcuni dei tanti gustosi contorni che potrete trovare, a completamento dei piatti più tradizionali e rappresentativi della cucina di queste terre. Capitolo a parte lo meritano i dolci: accanto ai soliti noti (strudel di mele, gubana e focaccia), si trovano dolci semplici e popolarissimi della tradizione rurale e contadina, come la rosada (una crema fatta con uova, zucchero, latte e scorza di limone, cotta a bagnomaria e poi servita con varie modalità di presentazione). Volete sapere dov’è possibile godere di tutto questo ben di Dio?

A Dolegna non c’è che l’imbarazzo della scelta:
Nella frazione di Ruttars: ristorante “Al Castello dell’Aquila d’Oro”, trattoria “Al Rustico”, Podere Agrituristico “Crastin”. In località Trussio: trattoria “Al Ponte di Trussio”. Nella frazione di Vencò: “Vinnaerìa a Vencò” da Livon, Podere Agrituristico “Tiare”, ristorante “S.Haelena“, agriturismo “La Meridiana”. Nella frazione di Lonzano: ristorante “Fattoria da Ambrosi”, Hostarìa “Al Pettirosso”. Nella frazione capoluogo di Dolegna: trattoria “Al Collio da Vinicio”, trattoria “Sirch Firmina”, trattoria “Frasca al Collio” in località Cerò/Petrus. Nella frazione di Scriò: Agriturismo “Al Granatiere”, ristorante trattoria “Da Sgubin”, agriturismo “Da Snidarcig”. Nella frazione di Mernico: Ristorante “Al Cjant del Rusignul”, trattoria “Antica Trattoria da Ferreghini”, trattoria “Da Giovanna”. Buon appetito a Dolegna a tutti Voi!


La bottiglia di vino friulano più grande del Mondo


La più grande bottiglia di vino Friulano al mondo è un Collio DOC. Record assegnato a fine ottobre 2010 dal Guinness World Record a Dolegna del Collio (Go).

Ad ottobre 2010, durante una sontuosa cerimonia di apertura di Sapori in Cantina 2010, manifestazione dedicata ai vini Collio DOC del territorio di Dolegna, nella piazza del Municipio, è stata presentata al pubblico la bottiglia di vino Friulano più grande al mondo, realizzata con vino Collio DOC Friulano che annoverava il prodotto di trenta tra i migliori produttori dell’area.

Il primato è stato certificato il 23 Ottobre 2010 a Dolegna del Collio dal Guinness World Record, la celebre organizzazione irlandese che registra tutti i record più strani e bizzarri. La bottiglia realizzata a Dolegna del Collio, come Bottiglia più Grande al Mondo di Vino, aveva battuto il precedente record detenuto da Kracher, azienda vinicola dell’Austria, che nel 2005 produsse una bottiglia da ben 490 litri della sua Grande Cuvee TBA NV No.7 2005, una cuvèe di Riesling e Chardonnay.

La bottiglia di vino più grande del mondo di Dolegna, come caratteristica propria, ed in attesa di vedersi superata eventualmente nel Record, poteva e può vantare una caratteristica unica in Regione: quella d’essere quella più grande mai realizzata sicuramente di Vino Friulano Doc; si tratta di un gigante da ben 2 metri e 60, con un diametro di 62 centimetri. Contiene oltre 510 litri di vino Collio DOC Friulano, certificati in occasione del record, il vino più tipico della zona.

Tanto per avere una idea di quanto è grande la bottiglia, pensate che equivale a circa 680 normali bottiglie di vino da 0,75 litri, e che se ne potrebbero ricavare più di 4000 bicchieri. L’etichetta è una vivacissima scena di cantina ed è una riproduzione di un’opera di un artista locale monfalconese, il maestro Aldo Bresanutti.