Una terra "Assai piacevole e di buona aria”


Le origini di San Daniele del Friuli hanno radici antichissime. Recenti scoperte archeologiche documentano la presenza umana in loco almeno dal IX sec. a.C. Il territorio fu intensamente abitato in epoca latina: a tale periodo risalgono - oltre a numerosi reperti ora conservati nel Museo del Territorio - diversi toponimi riferiti a località e borghi in cui ancora si articola l’assetto urbanistico della città. La tradizione fa risalire la prima costruzione del castrum Sancti Danielis al 929, anno in cui il longobardo Rodoaldo eresse la chiesetta castellana e le prime opere difensive per espiare l’omicidio del patriarca aquileiese Leone. L’importanza strategica e frequenti concessioni e prerogative feudali favorirono la rapida ed intensa evoluzione del luogo: già il patriarca Godebaldo vi istituì un mercato (il terzo dopo quelli di Aquileia e Cividale) che Pellegrino legò al capitolo di Aquileia nel 1139.

 

Nei secoli successivi, aumentarono d’importanza sia il castello che la Comunità organizzata come libero comune, con propri statuti e con seggio nel Parlamento della Patria del Friuli. Nel 1309 la città venne occupata temporaneamente da Rizzardo da Camino d’intesa col conte di Gorizia e poi dallo stesso Goriziano. Fu riconquistata dagli Udinesi nel 1350 ai quali si sostituirono poco dopo i duchi d’Austria (Alberto II, 1350 e Rodolfo, 1361). Si oppose in seguito alla lega filo-veneziana del 1385, per unirsi in seguito a Udine (1392) in funzione antipatriarcale. Nel 1401 fece parte della grande lega dei feudatari friulani in difesa dell’autonomia della Patria e nel 1420 fu aggregata, come tutto il Friuli, al dominio veneziano.

A quest’ultimo aspetto è legato l’insediamento e l’incremento di una fiorente Comunità ebraica: nel 1548 il patriarca concesse infatti a Simone ebreo l’apertura di un banco di prestiti, fatto rilevante in momenti di particolare crisi finanziaria, poiché garantiva la possibilità di prestiti regolamentati, come positiva risposta alle esigenza di ogni classe sociale. Nel XVIII secolo, il Comune fece erigere il Monte di Pietà e di conseguenza venne interdetto il banco dei prestiti su pegno agli Ebrei. La loro operosità si rivolse allora verso altri settori quali l’oreficeria e la produzione della seta, ambiti in cui raggiunsero un tale livello di professionalità. Nella piazza principale sorge il duomo della città dedicato a San Michele Arcangelo e costruito nel corso del Settecento sui progetti di diversi architetti. All’interno, si ammirano fra le altre, opere di Carlo da Carona (1510), G.A. Pordenone (1534), G.B. Tiepolo (sec. XVIII), Pomponio Amalteo (1549), Vincenzo Lugaro (1625). L’annesso campanile, iniziato nel 1531 su disegno di Giovanni da Udine, è rimasto incompiuto. A fianco della Chiesa, si trova l’antico palazzo comunale con una loggia a cinque arcate, costruito a partire dal 1415: ospita l’archivio comunale - con carte che datano a partire dal XII - e l’importante Biblioteca Guarneriana, la prima in Regione una delle più antiche istituzioni di pubblica lettura d’ Italia, nata dal lascito testamentario di Guarnerio d’Artegna (fine XIV sec. - 1466), illustre umanista del Friuli che durante la sua vita raccolse e trascrisse testimoniando con la sua intensa opera il fervido clima culturale presente a San Daniele nel sec. XV. Il palazzo conserva al suo interno la sala “fontaniniana” con la libreria lignea costruita nel 1743 dagli Andreoli per collocarvi il ricco patrimonio documentario del sandanielese mons. Giusto Fontanini. Di fronte al campanile, si trova la casa più antica di San Daniele, risalente al Trecento. Poco distante si nota la Chiesa della Madonna della Fratta, iniziata nel 1350 e completata con la costruzione della facciata in pietra sormontata da un piccolo campanile a vela nel 1469. Nella lunetta, il lapicida Giorgio da Carona scolpì a bassorilievo sulla pietra, la Vergine col Bambino e angeli.

Dove un tempo sorgeva il castello, ora si ammirano le nitide forme di palazzo Masetti-De Concina, mentre dalla spianata del colle - su cui rimangono tuttora antichi resti di una torre e di terrapieni - lo sguardo spazia su uno scenario naturale d’incomparabile bellezza. In cima ad una scalinata si erge la chiesa-madre di San Daniele con il campanile ricavato da una torre castellana. Il portale laterale della chiesa, eseguito per il duomo da Carlo da Carona nel 1511, fu trasferita in questo sacello verso il 1750. Diverse erano le porte che si aprivano nelle mura e davano accesso all’antica San Daniele: di queste è rimasto intatto il Portonàt o “Porta di tramontana”, progettata nel ‘500 da Andrea Palladio. Di fronte all’ex palazzo municipale di via Garibaldi, un tempo casa del Pio Ospedale dei cavalieri di Sant’Antonio di Vienne, sorge la chiesa di Sant’Antonio Abate, con la sua quattrocentesca facciata in pietra d’Istria e il magnifico rosone. All’interno si può ammirare il più bel ciclo di affreschi della Rinascenza friulana: sono opera del pittore Martino da Udine, detto “Pellegrino da San Daniele” eseguiti fra il 1497 ed il 1522. Sulla pendice Nord-Est del colle Magnolino sorge il suggestivo complesso di Villa Serravallo, arieggiante il Liberty, costruita tra il 1906 ed il 1912. Ora è sede del Comune.

Altri monumenti degni di nota: la Chiesa di Madonna di strada con annesso chiostro domenicano (Ospedale vecchio, secc. XVII-XVIII) ora sede del Museo del Territorio che conserva preziose raccolte archeologiche, di arte sacra (secc. IX-XIX) e di cultura popolare e la cinquecentesca chiesetta di Sant’Andrea sul colle Picaròn. Ma San Daniele è ben conosciuto soprattutto dai buongustai. Il suo prosciutto, celebre vanto della zona per il sapore delicato e per la particolare stagionatura dovuta al microclima del luogo e all’abilità dei produttori - che perpetuano con serietà una tradizione millenaria è ampiamente conosciuto e raggiunge mercati a livello mondiale. Già da tempo ricercato ed apprezzato come delizia per il suo sapore “dolce e raffinato”, per il suo profumo inconfondibile, il prosciutto di San Daniele è per antica tradizione il re della tavola e del buon gusto.